postato su Dicembre 03 2014
L'India ha recentemente lanciato il prima fase del servizio di visto elettronico e ha pubblicato un elenco di 43 nazioni: alcune già esistenti e le altre tutte esordienti. Il servizio è stato attivato dal 27 novembre 2014 in 9 aeroporti in tutta l'India, facendo notizia in tutto il mondo.
La mossa porterà più stranieri sulle nostre coste, contribuirà al PIL, che attualmente è del 7%, e creerà qualche milione di posti di lavoro nel settore del turismo. Nel complesso, la decisione del governo Modi merita un applauso per più di una ragione: avvantaggia il turismo, migliora i legami con il mondo e frena in una certa misura la disoccupazione.
Tuttavia, in mezzo a tutte queste buone notizie, manca qualcosa: un atto di reciprocità da parte della maggior parte dei Paesi beneficiari del visto elettronico, tranne alcuni. Il silenzio sulla reciprocità dà fastidio.
Nel recente caso Devyani Khobragade, l’India ha assunto una posizione forte sulla questione e ha dimostrato la sua immunità diplomatica nei confronti dei legislatori statunitensi. L'allora ministro degli Affari esteri Salman Khurshid disse: "non siamo ostili, questo è un accordo basato sulla reciprocità".
La parola "reciprocità" tuttavia manca dalla scena nonostante i numerosi annunci di VoA e di visto elettronico. I turisti indiani devono ancora produrre una lunga lista di documenti per ottenere un visto di visita "incerto" in questi potenti paesi. Dai moduli di domanda, alla prova di soggiorno, alle lettere di invito, ai documenti giustificativi, ai biglietti aerei di ritorno e altro ancora, i viaggiatori devono adattarsi a regole vecchie di dieci anni.
Alcuni di noi che hanno il privilegio di viaggiare liberamente sfruttando la propria potenza finanziaria e una buona storia di viaggio non hanno problemi. Ma coloro che possono permettersi un viaggio di piacere utilizzando i propri risparmi e un reddito sufficiente continuo non possono ancora definirsi Indiani globali e, soprattutto, cittadini del villaggio globale chiamato mondo.
La scena per gli indiani sta migliorando lentamente ma inesorabilmente. Il mondo corteggia i turisti indiani con offerte e cosa no. La Francia ha annunciato che emetterà un visto per visitare entro 48 ore da gennaio 2015 in poi c'è un'app "Chalo Paris" in linea per attirare più indiani nella loro terra.
La nostra gente non dovrebbe avere gli stessi privilegi che diamo ai turisti stranieri? Esprimi le tue opinioni sullo stesso nei commenti qui sotto.
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