postato su Novembre 25 2015
La percentuale di dipendenti stranieri nelle startup di Tel Aviv è molto al di sotto della media globale e della Silicon Valley Wall Street Journal riferito martedì.
Solo il 2% del personale delle startup di Tel Aviv è straniero, mentre tali cifre sono pari al 29% a livello globale e al 5% nella Silicon Valley, in California, secondo un recente rapporto di Startup Compass Inc., uno strumento di benchmarking che consente ai CEO di visualizzare metriche nel contesto di società paritarie.
Parte della spiegazione di ciò è che esiste una quota rigorosa sul numero di visti di lavoro concessi ai non ebrei, e che include quelli riservati ai coniugi di partner ebrei o israeliani, secondo il rapporto.
Israele ha recentemente introdotto un visto per gli imprenditori che vogliono lavorare nel paese per almeno due anni per aprire imprese ad alta tecnologia, come parte delle riforme introdotte dal Ministero dell’Economia israeliano. Eppure, secondo il blog tecnologico con sede a Tel Aviv Geektime, solo circa 50 visti saranno disponibili nel primo lotto, approvato domenica.
Lo ha detto il capo scienziato israeliano Avi Hasson Geektime, “Ci aspettiamo un’enorme risposta da parte degli imprenditori poiché questo programma li aiuta a sviluppare idee e a creare start-up uniche”.
L'Ufficio israeliano del capo scienziato, la municipalità di Tel Aviv e le istituzioni accademiche israeliane esercitano pressioni sul governo affinché allenti le restrizioni sui visti da almeno 5 anni.
Jon Medved, un veterano venture capitalist israeliano e amministratore delegato di Our Crowd, ha affermato che è fondamentale mantenere Israele aperto agli imprenditori stranieri, per garantire che lo Stato ebraico rimanga all’avanguardia nel campo dell’alta tecnologia.
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