postato su Dicembre 28 2011
Pechino: la Cina introdurrà norme sui visti per gli stranieri in stile americano, che includevano procedure come l'impronta digitale, per inserire dati di identificazione biologica al fine di "frenare l'ingresso illegale" nel Paese per cercare lavoro.
Il progetto di legge sulle procedure di ingresso e di uscita, attualmente all'esame del parlamento cinese, l'Assemblea nazionale del popolo, per la prima volta, consente al Ministero della Pubblica Sicurezza e al Ministero degli Affari Esteri di istituire un sistema per raccogliere dati di identificazione biologica, come come impronte digitali, sui visitatori stranieri.
La bozza prevede inoltre che gli stranieri debbano ricevere le impronte digitali dai dipartimenti di pubblica sicurezza quando richiedono un certificato di residenza, hanno riferito oggi i media ufficiali.
La Cina ha già norme rigorose per i permessi di soggiorno rilasciati ogni anno agli stranieri che lavorano qui.
Tutti gli stranieri, compresi i giornalisti, devono sottoporsi a controlli sanitari all'arrivo prima di ottenere il visto di residenza e devono presentarsi alla stazione di polizia più vicina entro 24 ore.
Fino allo scorso anno la Cina imponeva agli stranieri di sottoporsi obbligatoriamente ai test per l’Aids prima di arrivare per richiedere il permesso di residenza. È stato abolito in seguito alle critiche secondo cui discriminava le persone con HIV.
La normativa attualmente prevede che gli stranieri che soggiornano per più di un anno debbano richiedere un certificato di residenza, mentre la bozza proposta richiede ai visitatori di farlo entro un mese dall'ingresso in Cina, "se il loro visto lo richiede".
Yang Huanning, viceministro della pubblica sicurezza, ha detto ai legislatori durante la loro sessione bimestrale che le impronte digitali e altre informazioni biotecnologiche sono "misure efficaci" per l'identificazione e possono accelerare le procedure di arrivo e partenza alla dogana.
La bozza, che integra le attuali norme separate per stranieri e cittadini cinesi, mira a "facilitare gli scambi garantendo allo stesso tempo che coloro che non devono entrare siano tenuti fuori", ha spiegato Yang.
Inoltre, la proposta prevede che gli stranieri sospettati di ingresso illegale, soggiorno per lavoro o sospettati di minacciare la sicurezza nazionale possano essere detenuti fino a 60 giorni per indagini, se il caso è "complicato".
Secondo il China Daily, gestito dallo stato, la Cina ha registrato 260 milioni di arrivi e partenze da gennaio a settembre. Ciò ha rappresentato un aumento massiccio rispetto ai 12.1 milioni del 1980.
Secondo i ministeri della Pubblica Sicurezza e degli Affari Esteri, il numero di arrivi e partenze è aumentato del 10% ogni anno a partire dagli anni ’1990.
Il Ministero della Pubblica Sicurezza ha affermato che, sebbene il numero degli immigrati clandestini sia generalmente "stabile", è essenziale migliorare il "sistema di gestione e controllo" degli stranieri. La bozza impedisce inoltre agli imprenditori stranieri che non pagano lo stipendio di lasciare il Paese.
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